Addio cari booktrailer: tra Twitter, YouTube e Facebook è il webmarketing la nuova frontiera. Ultimo esempio un romanzo: nato, anch’esso, in un appuntamento al buio
Inchiesta di Raffaella De Santis, illustrazione di Agostino Iacurci
Il webmarketing è l’ultima frontiera dell’editoria. Nell’era dei social, scrittori ed editori cercano online strade innovative per promuovere i libri, guardando alla generazione Z, quella dei post-millennial, nata immersa nel mondo digitale. In questi giorni un hashtag si aggira nel web: # avantiassieme. Accompagna alcuni video che per una settimana hanno rimbalzato tra Facebook, Instagram, Twitter e YouTube. Nel primo tre uomini sono seduti a un tavolo, ciascuno ha una maschera davanti al volto. Quello centrale, l’avatar di Marx, affiancato da Aristotele e Voltaire, prende la parola: “Cittadini abbiamo vinto un premio milionario alla lotteria… Abbiamo deciso di usare la vincita per iniziare a cambiare questo paese”. Negli altri filmati parlano Galileo e Gramsci. Ci sarebbe da temere l’ennesima corrente di sinistra in vista delle elezioni. Fugato ogni dubbio, scopriamo che la guerrilla prelude al lancio di I comunisti che vinsero alla lotteria ( Rizzoli) di Vladimiro Polchi, autore televisivo Rai e collaboratore di Repubblica, rimandando alla trama senza svelarla: l’avventura di una combriccola di vecchi comunisti meridionali che si ritrovano milionari dopo una vincita alla lotteria. “ Avantiassieme” è la lista con cui i pugnaci amici cercano di espugnare l’immaginario borgo di Caprifoglio. « L’idea mi è venuta leggendo su La Vanguardia la storia di un gruppo di vecchietti comunisti di Pinos Puente, vicino Granada, vincitori di 56 milioni di euro. Mi sono chiesto: come li spenderanno? Vincerà il sogno comune o l’egoismo?», dice Polchi.
Ma perché questa misteriosa campagna social? Per Michele Rossi, responsabile della narrativa italiana Rizzoli, la strategia deve incuriosire: «Abbiamo cercato modalità irrituali, evocando attraverso la Rete l’immaginario che sta dietro al libro». Da un po’ di tempo gli editori guardano all’attività di influencer, blogger o youtuber per
rinnovare la comunicazione. Tra i punti di riferimento su Twitter c’è @ CasaLettori,
seguito da 62mila follower. Su Instagram, con oltre 26mila follower, c’è Petunia Ollister, da poco in libreria con le sue
Colazioni d’autore
( edizioni Slow Food). Da tre anni Petunia posta coloratissime fotografie di libri tra brownie e tazze di tè ( il suo # bookbreakfast lo trovate anche su
Robinson):
«Credo che a piacere sia il fatto che il libro sia calato in un contesto diverso da quello della recensione classica. L’immagine pop, accompagnata da una citazione, riesce a incuriosire anche i non lettori » . Su YouTube meritano uno sguardo le stroncature domestiche dalla cameretta dello BookTuber Matteo Fumagalli. A volte sono gli scrittori stessi i più creativi. Due casi tra tanti: Vanni Santoni per l’uscita del libro Muro di casseaveva creato una pagina web diventata un punto di riferimento per gli appassionati di rave, mentre Alessandro Mari e Francesca Zoni avevano tappezzato i muri di alcune città con gli adesivi del fumetto in uscita Randagi, testimoniando poi l’operazione di guerrilla su Facebook. E pensiamo a Severino Cesari il cui memoir Con molta cura ha preso forma su Facebook, dove il fondatore di Stile Libero aveva cominciato a condividere i post sulla sua malattia. Uno degli esperimenti più originali è opera di Valentina Rivetti e Sebastiano Iannizzotto, titolari dell’agenzia di comunicazione dieci04 e animatori del magazine online della Scuola Holden The Catcher, che trasforma i romanzi in infografiche letterarie: vere e proprie mappe, con le strade, i personaggi, gli oggetti presi dai libri. L’ultima è dedicata a La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead (Sur). «Puntiamo sull’aspetto visuale, sacrificato in genere dal testo scritto. Il nostro è un database emotivo», dice Valentina. Per i nativi digitali, il testo non basta, sono importanti le immagini, i suoni. La scelta della webstar Gordon di andare in Sardegna sulle tracce dei luoghi del romanzo di Emma Piazza L’isola che brucia fa parte del nuovo trend. L’editore NN ha un suo canale Spotify dove raccoglie le playlist create ad hoc per i suoi libri. Un consiglio arriva da Annamaria Testa, tra le più importanti esperte di creatività e comunicazione: «L’importante è non cercare di acchiappare l’attenzione a ogni costo, essere fuorvianti rispetto al contenuto del libro. Le scorciatoie non premiano » . In mezzo a tante proposte, il vecchio booktrailer appare dunque superato. Costa troppo e rende poco: «Sembrava un prodotto innovativo, un mezzo per mescolare strumenti cinematografici e multimediali, ma non è decollato», dice Leonardo Luccone, che con l’agenzia Oblique ha prodotto insieme a Chemistry il sofisticato booktrailer del romanzo La cura dell’acqua di Percival Everett (Nutrimenti). Il primo booktrailer della storia editoriale, il video americano del thriller Amnesia di Douglas Cooper, risale al 1994. In Italia il battesimo è stato dieci anni dopo grazie al video del romanzo di Will Christopher Baer Baciami, Giuda realizzato da Marsilio. Nelle classifiche dei booktrailer più visti su YouTube ci sono Il rumore dei baci a vuoto di Luciano Ligabue ( Einaudi, più di 94mila visualizzazioni) e L’arte di essere fragili
(Mondadori) di Alessandro D’Avenia (oltre un milione di visualizzazioni). «Certo un editore non investe nel lancio di un libro a cui non crede», racconta Michele Rossi. « Ho scelto di acquistare il libro di Polchi, prima di sapere chi fosse l’autore, per la qualità letteraria, perché fa sorridere e riflettere insieme. Avevo letto 20 pagine arrivate a firma di uno sconosciuto, Valentino Delle Donne. Solo dopo, quando l’agente Vicki Satlow ha organizzato un blind date, ho scoperto l’identità». Non stupirebbe se la storia di questa combriccola di vecchi comunisti arricchiti loro malgrado finisse sul grande schermo. Ha tutte le carte per essere un Good bye Lenin all’italiana. ?
ROBINSON
La storia
Ma io dalla Rete torno alla carta
di Sofia Viscardi
L’esigenza di esprimermi e di condividermi con gli altri comunicando quello che sento con entusiasmo è sempre stato il tratto più caratterizzante della mia personalità. Crescere a contatto con una realtà che offre infiniti mezzi e modalità per condividersi ha sempre soddisfatto le mie necessità.
Essendo anche oltremodo curiosa ho voluto nel corso del tempo mettermi in gioco sperimentando varie piattaforme, ognuna delle quali mi ha offerto possibilità diverse. Ho cominciato utilizzando internet perché era immediato, accessibile a tutti e mi permetteva totale libertà e gestione sul contenuto che volevo condividere. Veloce, pratico e alla portata di tutti, mi ha permesso di arrivare a parlare tutti i giorni con tantissime persone.
Youtube Instagram, Twitter, Facebook e molti altri; ho utilizzato tutti questi canali sempre in modi differenti.
La linea guida rimaneva la medesima, ovvero il contatto con un’adolescente come tante che ha deciso di farsi in qualche modo portavoce della sua generazioni trattando in modo aperto e sincero tematiche di interesse comune, ma le modalità e il linguaggio cambiavano a seconda del mezzo. Dopo la condivisione attraverso le nuove piattaforme digitali, il “ritorno alla carta” è avvenuto in modo altrettanto naturale.
Ho sempre trovato la scrittura il modo più efficace e intimo per parlare di emozioni, per dare sfogo alla mia creatività e per sentirmi felice.
Lo trovo un mezzo puro, sincero e molto diretto. Ho sempre appuntato i miei pensieri con frequenza, amando la sensazione di completezza che riusciva a darmi la rilettura dei miei diari.
Ho sempre sognato di riuscire a inventare una storia che racchiudesse tutte le emozioni che spesso conservavo su carta per raccontare a tutti l’adolescenza milanese di oggi.
E così ho fatto, tramite Meg, la protagonista del mio primo romanzo, e la sua visione timida e insicura sul suo mondo, ho raccontato gli anni delle prime volte e dell’insicurezza.
Un po’ analogamente, durante l’anno della maturità, ho sentito l’esigenza di raccontare invece gli anni delle “ultime volte” prima del mondo adulto tanto temuto e spaventoso una volta oltrepassato il liceo.
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