lunedì 14 marzo 2011

Oncologia Ospedale Crotone

Altro che declassata. Oncologia chiede letti Effettuati nel 2010 in day-hospital 730 trattamenti (dai 300 nel 2004) e -25% di chemioterapia fatta fuori sede
Virgilio Squillace
 
Cosa accadrà della struttura complessa di Oncologia dell'Ospedale civile, una volta attuate le decisioni previste nel Piano di rientro della sanità regionale? Accomunato nella sorte ad altri undici reparti del San Giovanni di Dio destinati a scomparire come tali o ad essere ridimensionati, Oncologia verrà ridotto a struttura semplice. Che vuol dire? Significa che la specialità di Oncologia in ospedale resterà, ma senza primario né personale proprio, quindi accorpata all'interno di un'altra struttura complessa.
Insomma – come in certi film dell'orrore – si farà un salto indietro nel tempo, con l'Oncologia che qui ritorna a com'era nel 1992: una delle specialità che si praticavano all'interno del reparto di Medicina generale. Fra l'altro, alla medesima struttura complessa di Medicina del San Giovanni di Dio, da quanto si legge nelle tabelle allegate al programma regionale di riordino della rete ospedaliera calabrese, verranno inevitabilmente accorpate oltre all'attuale struttura complessa di Nefrologia (declassata a struttura semplice) le specialità praticate all'interno di altre cinque strutture complesse di cui si prevede l'azzeramento: Geriatria, Gastroenterologia, Diabetologia, Dermatologia, Malattie infettive. L'attuale reparto di Audiologia, annullato, diventerà parte di Otorinolaringoiatria, Terapia intensiva neonatale accorpato a Neonatologia, Neuropsichiatria infantile a Pediatria.
Cui vuole poco ad immaginare come uscirà l'Ospedale civile da questo trattamento, che il Piano di rientro regionale ha deciso di somministrargli in nome di un preteso risparmio nella spesa sanitaria. Una domanda facile facile: quanto spenderanno i cittadini ed anche la Regione nei prevedibili trasferimenti di pazienti crotonesi verso altre strutture calabresi, o (dovendo partire, uno ovviamente valuta... ) verso ospedali del Nord?
Ma torniamo all'Oncologia, a come essa è praticata oggi all'Ospedale civile grazie soprattutto all'impegno di chi lavora sotto la guida della dottoressa Tullia Prantera, direttore della struttura complessa che il Piano di rientro vorrebbe declassare a struttura semplice. Nel reparto di Oncologia, nato all'interno dell'allora divisione di Medicina generale nel 1992, poi diventato unità operativa a sè stante nel 2004, oltre al primario Tullia Prantera sono impegnati altri 5 medici, 9 infermieri ed una caposala. Con questo personale, Oncologia riesce a tenere aperto il reparto fino alle ore 20, cosa che non fa nessun day-hospital. Certo, perchè Oncologia non ha letti. L'eventuale degenza viene fatta inviando i pazienti in altri reparti, chirurgici o medici. Le cure oncologiche prestate nel 2010 assommano a 730 trattamenti in day-hospital, per complessivi 12.500 accessi. I day-hospital nel 2004 erano 300. Il balzo a 730 in 6 anni è senza dubbio impressionante: attenzione, però, perché esso va letto non solo in termini di diffusione della patologia, ma anche di aumento della prevalenza della malattia, una conseguenza delle cure che allungano la sopravvivenza e migliorano la qualità della vita dei pazienti. Anche questo fa sì che ci siano più pazienti oncologici.
Ma all'evoluzione della malattia va aggiunto anche l'aumento di pazienti che dopo la diagnosi hanno scelto di curarsi qui. Infatti, un dato straordinario è stato reso noto nelle scorse settimane dall'Ordine dei medici di Crotone, che ha documentato come si sia ridotta negli ultimi anni a Crotone la migrazione sanitaria per effettuare la chemioterapia, col 25% in meno di pazienti crotonesi curati fuori.
Tutto questo è avvenuto negli ultimi anni grazie all'impegno dell'equipe medico sanitaria guidata al primario di oncologia Tullia Prantera. Non ci sono liste d'attesa in questo day-hospital che chiude alle otto di sera: entro una settimana si fa la chemioterapia. La media è di 50 pazienti al giorno. Non vengono mai dilazionati i trattamenti, grazie agli sforzi del personale. C'è un'attività ambulatoriale importante da praticare, in questa specialità, perché i pazienti una volta effettuata la chemioterapia hanno necessità di essere controllati nel tempo. Si fa nel pomeriggio, e fino ad oggi sono venute a controllo 3.000 persone.
È esattamente da un anno che un radioterapista, una volta alla settimana, è in reparto per effettuare la prima visita ai pazienti che si sottoporranno a Radioterapia a Catanzaro. Da marzo 2010 sono state effettuate 200 visite preliminari per il trattamento di Radioterapia.
Altro che ridimensionamento, perciò. Altro che declassamento da struttura complessa di Oncologia a struttura semplice, senza più primario né personale proprio. Diteci: come fa un medico collocato in Medicina, dopo aver fatto la notte, a fare la mattina successiva il day-hospital? E chi lo preparerà un farmaco per la chemioterapia, se non un infermiere specializzato come quelli di cui il reparto dispone oggi?
La struttura complessa di Oncologia, come tutti gli altri reparti, soffre della carenza di personale. Ma soprattutto, oggi ha bisogno di almeno 10 posti letto. Lo dicono i 730 trattamenti in day-hospital effettuati nell'anno 2010, molti dei quali riguardano pazienti che non possono essere curati a casa, tantomeno è per loro cosa migliore essere dirottati nei letti di altri reparti. E serve anche un "hospice" per i malati terminali. Ecco di cosa ha bisogno oggi la struttura complessa di Oncologia dell'Ospedale civile San Giovanni di Dio.
Altro che declassamento.
Attenzione però. Questo è un problema che brucia nella carne dei cittadini. Non basta il tratto di penna di un burocrate in qualche ufficio a fare la sanità. Questo non è un piccolo ospedale di montagna. Le lettere di protesta di cittadini pubblicate nei giorni scorsi dalla "Gazzetta del Sud" (anche un frate ha contestato le misure previste!) dicono che non sarà facile demolire un pezzetto alla volta questo ospedale.

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