Una donna accasciata al suolo, tra le macerie. Avvolta in una coperta, non urla, non piange. Siede sul ciglio della strada e osserva la distruzione che la circonda. La sua è una disperazione silenziosa. La disperazione di chi ha perso i ricordi di un'intera vita in pochi secondi, di chi si accorge che, dopo quello che è accaduto, non c'è niente da fare. Uno scatto che racchiude la tragicità di quanto accaduto ad Amatrice, Accumoli e agli altri paesi colpiti dal terremoto.
Una foto già ribattezzata da molti utenti sui social "la Pietà", proprio per il pathos che esprime. Ma, a differenza dell'opera di Michelangelo - una semplice, per quanto magnifica, statua - questa donna è reale, e per questo colpisce ancora di più l'osservatore, anche lui impotente di fronte a tanto dolore.
Un'immagine che testimonia le drammatiche parole pronunciate dal sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi: "Il paese non c'è più". Una delle centinaia di storie che si ripetono per le vie dei borghi più colpiti, dove lavorano i tecnici con apparecchi per captare segnali di vita sotto quello che resta delle case. Numerose le persone ancora sotto le macerie: per salvare le loro vite, si scava ancora, anche a mani nude.
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