lunedì 21 marzo 2011

Come è strana la Vita: una fontana che va al pozzo

A Palazzo Braschi, per la prima volta al pubblico l'affresco seicentesco della Samaritana al Pozzo, sottoposto a un restauro durato oltre due mesi, finanziato dalla Fondazione Paola Droghetti con oltre settemila euro.
L'opera di autore ignoto, è stata eseguita tra il 1654 e il 1661, datazione possibile anche dagli stemmi araldici delle famiglie committenti, Pamphilj e Aldobrandini, raffigurati in alto, ed è ispirata ad un capolavoro di Annibale Carracci.
L'affresco si trovava in origine nella sala attigua al refettorio del monastero di Sant'Eufemia,  vicino alla chiesa di Sant'Urbano che sorgeva alla base del Foro di Traiano, "ai Pantani" per usare la denominazione medievale, dato che quella zona, a causa delle piene del Tevere, in epoca longobarda si era trasformata in una palude.
Monastero che non esiste più, perchè distrutto durante i lavori di sventramento dei Fori Imperiali in epoca fascista. Il tema del dipinto, che rappresenta un episodio del Vangelo di Giovanni,  che ritrae l'incontro tra Cristo e la donna di Samaria, convivente more uxorio dopo aver avuto cinque mariti è perfettamente adeguato alla funzione del convento, che era quella di ospitare le "zitelle sperse", ossia in termini meno forbiti, le prostitute che, per raggiunti limiti di età, non potevano più esercitare il loro mestiere.
Il modo particolare tramite cui il welfare pontificio assicurava loro una vecchiaia dignitosa

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